Meraviglioso è il mondo e non è follia dirlo

 

Una canzone mi ha trapanato il cervello, fin da bambino, e ho l’età per testimoniarlo: Meraviglioso di Domenico Modugno.

Ai nerd semianalfabeti di oggi questo nome dirà poco e anzi dannati i vecchi che nominano ciò che ha più di 2-3 anni, me ne sbatto allegramente e tiro dritto, dicendo che questa canzone ha trapanato il cervello anche dei Negroamaro, che l’hanno rifatta, come hanno potuto. Modugno, con il suo slancio vitalistico e selvaggio, non ha eguali. Perché non ha eguali la sua voglia di vivere, quel “pieno di vita”, che anche Jovanotti, altro ottimista senza complessi di inferiorità, l’ha trovato sempre col bicchiere pronto ad essere riempito fino all’orlo.

 

Alcuni commenti a questo fantastico video:

“Mi commuovo a sentirla, è come un’opera d’arte di un valore inestimabile”.

“Autentico capolavoro! Non è solo una canzone ma è una poesia, un autentico inno alla vita e alla sua meraviglia”.

“Mi capita di voler piangere. quando voglio farlo ascolto questa canzone e piango a dirotto. dopo riesco ad apprezzare di nuovo la bellezza della vita. non credevo una canzone potesse fare questo. grazie sig. Modugno”

“7 anni fa ho iniziato a soffrire di depressione e disturbi alimentari e ho avuto spesso pensieri suicidi. Mio padre lo sapeva e ha fatto sempre in modo che io potessi stare bene, anche sbagliando ma ci ha sempre provato. Un giorno mentre gli dissi che volevo morire mi fece ascoltare questa canzone. Non so nemmeno se mio padre si ricorda di avermela “dedicata” ma per me questa resterà sempre la nostra canzone e ogni volta che l’ascolto mi viene da piangere a pensare a quanto poco ci parliamo e a quanto vorrei avere un rapporto migliore con lui… vorrei che mi conoscesse e vorrei dirgli chi sono ma non ci sono mai riuscita. Non ho il coraggio di dirti chi sono davvero e purtroppo non siamo mai stati abituati a dirci ti voglio bene… ma sappi che io ti adoro papà, ti voglio un bene infinito. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me…”…

Riporto i commenti degli utenti di Youtube e non sono solo “matusa”, ma anche gente giovane: perché?

Perché questa canzone è davvero “un inno alla vita e alla sua meraviglia”. E lo stupore, la meraviglia è la cifra di questo capolavoro: non vedi com’è meraviglioso questo mondo? Perché vuoi farla finita? Hai già tutto, basta solo che guardi ciò che ti circonda, che ti apri alla realtà…è il taumàzestai, lo stupirsi, come essere colpiti, percossi dal bello, dal vero e dal bene, di cui parlava Aristotele. Dobbiamo solo rimanere davanti alla realtà, guardarla e in qualche modo riceverla come dono, immeritato, grande, incommensurabile, infinito, attraente. L’abbondanza di questa visione e di questa realtà è soverchiante: tutto è nostro e abbiamo davvero tutto.

Oggi può sembrare quasi blasfemo ripeterlo, di fronte alla distruzione della nostra terra, spaccata e cambiata, spossata dalla furia della natura, il terremoto soverchia, ma…rimane vero che tutto è nostro e che tutto è “meraviglioso”, il mondo è meraviglioso, il sorriso che spunta perfino dopo la traversata di una vita caduta a pezzi, tutto è “meraviglioso”.

L’uomo si rialza perché tutto è “meraviglioso”, tutto è nostro e noi chi siamo?

“Che cosa è l’uomo perché te ne curi e il figlio dell’uomo perché te ne dia pensiero? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (Salmo 8, vv. 5-6).

In questa congiunzione con valore avversativo – “eppure” – c’è tutto il succo della nostra vita: chi siamo noi? Niente? Polvere? Eppure…Dio ci ha messo poco sotto il livello degli angeli e di gloria ne abbiamo dunque tanta, eccome se ne abbiamo.

Ecco, perché tutto è e continua ad essere “meraviglioso”.

Anche nella nuova versione, dei Negroamaro:

 

Tutto qua, signori e signore. Tutto qua.